Descriere
C’è l’eco di Nietzsche in questi versi. C’è la morte di Dio. Non solo del Dio biblico, ma anche di quello filosofico. Se muore Dio, muore la verità, muore la pretesa di dire, di rintracciare qualcosa di incontrovertibilmente vero. […] A quale dio sovrumano, a quale assoluto si stia rivolgendo Aura Christi è questione enigmatica. Ma quel che è certo è che dall’estrema lontananza in cui alberga l’Assoluto, quell’Assoluto, proprio in quanto ab-solutus non può rispondere. Ed è in questo senso che passeggiando per i Giardini austeri il lettore si ritrova smarrito, confuso, forse persino impaurito, sì da percepire un dolore abissale. Un dolore che viene da una ferita non rimarginabile. Perché la slabbratura è profonda, lo spacco è smisurato: e chi ha cuore di buttarci uno sguardo ne resta stregato e in attesa.
In attesa di un angelo – magari persino claudicante – di un dioparola che sappia dire la morte e la vita, di un volto che ci accompagni fra i roseti del nostro giardino austero, lungo il naufragio dei nostri giorni. (Dalla Postfazione di Alessandro Pertosa)
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